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Il grande edificio fu innalzato quale sede di un collegio gesuitico a partire dal 1697, per volere del duca Francesco Farnese; il progetto, elaborato da padre Stefano Maria Bramieri, prevedeva originariamente una struttura ancora più ampia, ma fu successivamente ridimensionato ed i lavori, diretti dai mastri Domenico Tami, Giacomo Sartori e Domenico Sannaverali, furono conclusi nel 1710; in quel momento fu avviato il cantiere dell'annessa chiesa, oggi santuario della Gran Madre di Dio, che fu completata nel 1722.
L'edificio arrivò ad ospitare fino a 300 allievi, tuttavia nel 1768 il primo ministro Guillaume du Tillot decretò l'allontanamento dal ducato di Parma e Piacenza dei gesuiti, che rientrarono nel palazzo soltanto nel 1792; ma l'espulsione definitiva tardò pochi anni, per effetto dei decreti napoleonici del 1806, che disposero la soppressione degli ordini religiosi.
Il grande edificio si articola attorno a tre cortili affiancati, su cui si affacciano gli ambienti interni e gli ampi corridoi;completa la struttura il santuario della Gran Madre di Dio, che sorge sul margine occidentale del complesso; sul retro si sviluppa infine l'ampio giardino, che ospita alcuni alberi secolari, tra cui tre maestosi esemplari di platani.
All'interno gli ambienti, suddivisi in origine in base alle diverse funzioni del collegio, sono distribuiti su una superficie complessiva di circa 10000 m² e collegati attraverso lunghi ed ampi corridoi coperti da volte a botte lunettate.